Palazzo: Storia
L’attuale Palazzo Arese Borromeo sorge per volontà di Bartolomeo III Arese (1610–1674) che prosegue, concretizzandolo, il progetto del padre Giulio I.
Ritratto di Bartolomeo III
Giulio, fregiatosi del titolo di Conte di Castel Lambro, sentì l’esigenza di
sancire l’importanza degli Arese con la costruzione di un edificio degno del
potere e della ricchezza della famiglia.
Dal 1626 iniziarono i lavori con l’abbattimento di una precedente costruzione,
forse a castellana.
Già dal 1538 il nonno di Giulio I, Bartolomeo il Vecchio (1508-1562), aveva acquisito metà del feudo
della Pieve di Seveso, grazie alla sue capacità politiche e per l’incarico che
rivestiva, vice tesoriere del Ducato di Milano, accumulando così nelle sue mani
importanti proprietà edilizie e terriere.
Genealogia Borromeo Arese
Bartolomeo III è personaggio chiave della politica lombarda del Seicento, sotto la dominazione spagnola, in quanto è il maggior interlocutore, per la fiducia che seppe conquistarsi, degli Asburgo. Il suo cursus honorum fu rapido e lo portò ai vertici dello stato: fu infatti Capitano di giustizia nel 1636, questore del Magistrato ordinario nel 1638, senatore, membro del consiglio segreto, presidente del magistrato ordinario nel 1641, reggente onorario del Consiglio d’Italia dal 1649 e presidente del Senato dal 1660.
Volto di Carlo IV da giovane
Nel 1634 sposò Lucrezia Omodei, appartenente a una famiglia altrettanto importante
e facoltosa, il cui fratello, Luigi Alessandro, divenne cardinale.
Bartolomeo ebbe tre figli: Giulio II, morto prematuramente nel 1665, lasciando Bartolomeo senza
una discendenza diretta; Giulia, che sposò il conte Renato II Borromeo
e Margherita, che sposò Fabio Visconti Borromeo.
Il figlio di Giulia e Renato, Carlo IV adottò il cognome Borromeo Arese per la propria casata, ereditando
dalla madre il palazzo di Cesano. Ricoprì prestigiose cariche pubbliche a Milano alla fine del XVII e
nei primi decenni del XVIII secolo; fra il 1710 e il 1713 fu vicerè a Napoli.
Ritratto di Carlo IV
Bartolomeo III, al di là della sua indiscussa importanza politica, era uomo di grande cultura ed essa non solo lasciò la sua impronta sulle personali scelte di vita, ma, con sicura determinazione, caricò di valori e significati pregnanti il complesso cesanese che, fatto estremamente positivo, essendo sempre rimasto (salvo un breve periodo nell’ottocento) nel corso dei secoli successivi di proprietà dei Borromeo Arese per poi essere acquistato dall’Amministrazione comunale di Cesano Maderno (1987), ha conservato quasi interamente gli aspetti seicenteschi. In questo senso il suo studio, in corso e ben lungi dal concludersi, permette la fondamentale conoscenza della strutturazione e, conseguentemente degli stili di vita e ritualità nelle residenze seicentesche.
Notifica vincolo 1913
Il valore di Palazzo Arese Borromeo veniva riconosciuto dallo Stato Italiano per la prima volta con dichiarazione di monumento di “importante interesse” da parte del Ministero della Pubblica Istruzione, notificata il 27 giugno 1913 all’allora proprietaria contessa Elisabetta Borromeo Arese. Tale vincolo fu reiterato nel 1951 sempre dal medesimo ministero ai sensi della Legge n.1089/1939.