Vivere Il Palazzo e il Giardino Arese Borromeo
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Associazione di volontariato culturale CESANO MADERNO


c/o Palazzo Arese Borromeo - via Borromeo 41, 20811 Cesano Maderno – MB
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Attività: Castello Milano

Il castello di Milano da rocca a fortezza 1360-1849

Nel pomeriggio di sabato 22 Marzo in sala Aurora di palazzo Arese Borromeo si è tenuta una conferenza approfondita sulla rappresentazione del Castello di Milano nella forma di una munita fortezza costruita per difendere la città, presente nella sala del palazzo che da questo soggetto prende il nome. Gli affreschi di questo ambiente sono in corso di restauro man mano che si rendono disponibili i fondi necessari.

Attività: Castello Milano

Il dott. Marino Viganò, storico di vicende e architettura militare, direttore della Fondazione Trivulzio di Milano, ha presentato la storia del castello: da rocca e residenza sforzesca a piazzaforte bastionata posta a difesa di Milano. L’esposizione è stata accompagnata dalla proiezione di dipinti, disegni e documentazione grafica d’epoca che illustrano l’aspetto assunto nel tempo dalla grande struttura militare.

Attività: Castello Milano

Il castello attuale è frutto del restauro realizzato negli anni a cavallo tra fine Ottocento e primi del Novecento, progettato dall’architetto Luca Beltrami, recuperando la parte sopravvissuta dopo le vaste demolizioni della cinta bastionata avvenuta nei primi anni dell’Ottocento. Questo recupero ha visto anche la ricostruzione di elementi andati perduti come la torre detta del Filarete, una buona parte dei torrioni del Carmine e di Santo Spirito e le merlature della cinta muraria.

Attività: Castello Milano

La presentazione è iniziata dalla rocca viscontea trecentesca posizionata a cavallo delle mura, di cui rimangono oggi alcune parti dello zoccolo di base in lastre di serizzo visibili nei fossati, specie in quello che delimita il lato di fondo della corte d’arme. Quest’ultima fu aggiunta dagli Sforza e rivolta verso la città, con una facciata dall’aspetto di palazzo fortificato, con i due torrioni cilindrici rivestiti di pietre bugnate, un’alta torre centrale composta molto probabilmente da tre blocchi sovrapposti di diverse altezze e terminante con una lanterna chiusa da un cupolino: la torre del Filarete. Nelle mura si impostarono ampie finestre che poi non furono completate: quelle attuali sono di restauro, realizzate in base alle tracce ritrovate. All’epoca sforzesca risale la costruzione della torre di Bona di Savoia, posta tra la Corte della Rocchetta e la Corte Ducale. Sempre sotto gli Sforza, a difesa della parte del castello rivolta verso la campagna, fu aggiunta una cortina muraria, detta Ghirlanda, con due torri angolari e una porta fortificata chiamata del Soccorso. Tra le mura di questa parte aggiunta e il fossato interno fu costruita una strada coperta sotterranea che si è salvata dalla demolizione della Ghirlanda stessa. Infine a rinforzare i due punti in cui le mura verso campagna si innestavano con quelle della città, gli Sforza fecero costruire imponenti rivellini, collegati al castello con ponti levatoi. Oggi di queste due strutture rimane solo quella detta Rivellino di Santo Spirito. Tutti gli elementi quattrocenteschi sopra ricordati sono ben rappresentati nella veduta presente nella sala del palazzo di Cesano Maderno, eccetto la torre del Filarete distrutta nel 1521 dall’esplosione del deposito di polvere da sparo che gli occupanti francesi vi avevano collocato.

Attività: Castello Milano

Interessante momento della conferenza è stato quello in cui Viganò ha descritto il coinvolgimento di Leonardo da Vinci come ingegnere militare nel castello sforzesco, documentandolo con disegni del maestro fiorentino: l’idea per un’altissima torre faro, forse per rimpiazzare quella del Filarete, i fogli che rappresentano un rivellino pentagonale per il lato del castello verso città, con i campi di tiro delle artiglierie dai torrioni laterali e un bandone triangolare disassato alla porta del Soccorso, nel lato del castello verso la campagna. Molto probabilmente, il rivellino effettivamente costruito a inizio del Cinquecento davanti alla porta in facciata sotto la torre del Filarete, si ispirava all’idea di Leonardo.

Attività: Castello Milano

Marino Viganò ha poi aperto il lungo capitolo riguardante l’ampliamento del castello durante il governo spagnolo, per trasformarlo in fortezza a protezione di Milano e in seconda costruzione più importante della città dopo il Duomo, portandola ad una dimensione sei volte più grande rispetto all’attuale castello. I primi interventi si connettono alla edificazione delle nuove mura bastionate della città che vengono collegate al castello da un lato con un lungo spalto dotato di un corridoio di ronda che termina con due bastioni pentagonali formanti la testa di una Tenaglia, e sull’altro lato uno spalto terminante a punta che per la forma viene chiamato Galera. Nel corso della seconda metà del Cinquecento si costruiscono, su progetto di ingegneri militari e impiegando la quasi totalità dei finanziamenti per il miglioramento delle fortezze dello Stato milanese, i sei grandi bastioni a punta con orecchioni di innesto alle cortine: uno centrale e due angolari verso la città, ed altri tre eguali nella disposizione verso la campagna, intervallati da cortine che divengono più lunghe nei lati di raccordo fra il blocco di bastioni verso città e quelli verso la campagna. Sugli spigoli dei bastioni sono poste garitte di guardia a torrino. Lungo il perimetro della fortezza corre un fossato e poi terrapieni di controscarpa che ne seguono il profilo. Con la costruzione dei bastioni vengono demolite la Tenaglia e la Galera. Durante gli anni Cinquanta del Seicento la linea difensiva viene ulteriormente rafforzata con l’inserimento, davanti alle cortine fra i bastioni, di sei mezzelune a punta. Il castello assume la forma di una stella di dodici punte circondata da un fossato e un terrapieno.

La fortezza che si è venuta così a formare è quella che viene puntualmente rappresentata nella veduta della sala del Castello nel palazzo Arese Borromeo di Cesano Maderno, e in altre vedute: quella purtroppo andata perduta nei bombardamenti su Milano del 1944, molto simile all’affresco cesanese, il dipinto del Sebastianone con il corso delle carrozze davanti al Castello (fine XVII secolo) e la lenticolare tela di Bernardo Bellotto con il Castello di Milano verso la città del 1744. Un elemento di costume che unisce tra loro le opere sopra ricordate è la rappresentazione dell’usanza di utilizzare da parte dei milanesi la piazza del castello per lo struscio in carrozza, a cavallo o a piedi.

Attività: Castello Milano

Nella prima metà del Settecento il castello è coinvolto nelle guerre che investono lo Stato di Milano, passato dalla Spagna all’Austria subendo degli assedi nel 1707 e nel 1733. Marino Viganò ha mostrato alcuni disegni da lui individuati negli Archivi di Vienna che mostrano le opere approntate dagli assedianti per favorire il cannoneggiamento e potersi avvicinare alla cinta bastionata.

Napoleone Bonaparte autorizza con un decreto dell’anno 1800 la demolizione della cinta bastionata, portata avanti nei due anni successivi colmando i fossati con le macerie. Si vuole creare un Foro Bonaparte mantenendo al centro il castello d’epoca sforzesca, rimodellandone le forme. Il progetto non verrà realizzato e la parte sopravvissuta del castello verrà trasformata in caserma, con un’ampia area libera attorno, che nella parte tra la Ghirlanda e il da poco costruito Arco della Pace, è destinata a piazza d’Armi. Una situazione che verrà mantenuta anche dopo il ritorno degli austriaci tra il 1815 e il 1849.

Terminata la conferenza, Marino Viganò con il pubblico presente si è recato nella Sala del Castello. Dopo aver presa visione dei restauri effettuati finora, davanti alla veduta che lo rappresenta, si sono approfonditi alcuni aspetti riguardanti soprattutto come si viveva nella fortezza seicentesca, un complesso autosufficiente separato dalla città, una Cittadella appunto. Vi risiedeva come capo il Castellano, sempre uno spagnolo che veniva cambiato ogni cinque anni. La numerosa truppa di guarnigione alloggiava principalmente negli edifici addossati alla cortina della Ghirlanda. Il castello aveva al suo interno tutti i servizi necessari: cappelle, ospedale con spezieria, prestino, beccheria, osteria, magazzini per le derrate alimentari e depositi per armi, polveri e munizioni. Una fonderia con le fucine i forni e bottega del fabbro.

Massimo Rebosio


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