Vivere il Palazzo e il Giardino Arese Borromeo

“VIVERE” A VICENZA, OVVERO LA CITTÀ DEL PALLADIO

Pur essendo Vicenza città d’arte di notevole spessore, per la maggior parte dei partecipanti all’uscita del 12 e 13 gennaio è stata una piacevole sorpresa e un’inaspettata scoperta, visto che per parecchi si trattava della prima volta che mettevano piede in essa.

L’abitato, infatti, si presenta in forme rimaste inalterate nel tempo e conserva, sul nucleo storico romano e medievale, le forma architettoniche tardogotiche e rinascimentali cinquecentesche con un prevalere dell’architettura palladiana, dato che il grande architetto Andrea Palladio operò lì ottenendo moltissime commissioni e lasciando così la sua impronta indelebile ad ogni passo del centro storico.
Il Nostro si ispirò all’architettura classica, rivisitata e rivalutata nei secoli XV e XVI, senza mai, però, riprendere pedissequamente gli elementi caratterizzanti la classicità, ma rielaborandoli in modo personale ed in modo che potessero adattarsi agli spazi ed ai luoghi ad essi destinati. Ne conseguì, così, un’architettura varia ed originale, che culmina, per bellezza ed armonia, nel palazzo Chiericati, oggi sede del Museo Civico.

Altro gioiello il Teatro Olimpico, ultima opera del Palladio e primo esempio di teatro moderno, che si è conservato integro in ogni sua parte e perciò di grande fascino.
Oltre alle opere palladiane si è visitato anche la chiesa di San Lorenzo, notevole esempio in ambito veneto di architettura cistercense, caratterizzata da un grandioso portale ad ogiva, e la chiesa di Santa Corona, nata per conservare la reliquia di una Santa Spina donata nel 1259 da Luigi IX, re di Francia, al vescovo Bartolomeo di Breganze, che si distingue soprattutto per il preziosissimo altare maggiore con pregevoli intarsi in marmo policromo, ed il coro ligneo, anch’esso artisticamente intarsiato.

Naturalmente non poteva mancare una visita alla Basilica Palladiana, appena restaurata e che in questo periodo ospita la mostra “Raffaello verso Picasso. Storia di figure e ritratti”, con capolavori provenienti da importanti musei di tutti i continenti, oltre che da collezioni private. Si tratta di una storia del ritratto che abbraccia i secoli dal Quattrocento al Novecento, ovvero dalla perfezione della forma alla deformazione e disintegrazione della stessa.
Molti dei grandi nomi della storia dell’arte caratterizzano l’esposizione; Raffaello, Botticelli, Bellini, Mantegna, Tiziano, Dürer, Caravaggio, Tiepolo ed altri, fino a Munch, Picasso, Matisse, Modigliani, Giacometti e Bacon.
Un percorso interessante che vede evolversi e divenire sempre più soggettiva la rappresentazione della figura umana.

Il successo dell’iniziativa, dovuta all’Associazione “ Vivere il Palazzo e il Giardino Arese Borromeo” nell’ambito degli “Incontri con l’Arte” sicuramente spingerà il professor Mauri, organizzatore e guida abile e coscienziosa di tali viaggi, a progettarne di nuovi ed altrettanto significativi.