Vivere il Palazzo e il Giardino Arese BorromeoAssociazione di volontariato culturale CESANO MADERNO
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Importante:
Modalità di accesso al palazzo, costo biglietti e tariffe per affitto sale secondo il regolamento vigente del Comune
di Cesano Maderno.
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Attività: Aperitivi 2013
COME CONIUGARE L’UTILE E IL DILETTEVOLE SECONDO L’ASSOCIAZIONE VIVERE IL PALAZZO
Come di consueto, nell’ambito di “A scena aperta”, serie di manifestazioni organizzate per l’estate cesanese dall’Amministrazione
Comunale, l’ Associazione Vivere il Palazzo e il Giardino Arese Borromeo ha contribuito con due iniziative: “Gli Arese accompagnano”,
che si concluderà mercoledì 24 luglio con l’ultimo appuntamento, e “Ed è subito sera”, due aperitivi con
intrattenimento culturale. Il primo si è svolto nella cornice di Palazzo Arese Jacini e precisamente nel Cortile delle colonne doriche, dove Silvia Boldrini, grazie ad una ricerca effettuata nell’Archivio parrocchiale di S. Stefano, ha illustrato “Lo stato delle anime in Cesano dal 1797 al 1799”. Ha cioè ricostruito il quadro della popolazione che viveva nei vari quartieri del villaggio, individuando nuclei familiari, mestieri e servizi presenti all’epoca. Importante, su una popolazione di 1219 anime, la presenza di una levatrice, un medico, un chirurgo, l’addetto alle sepolture e due maestri, uno per le femmine ed uno per i maschi, segno che, almeno da parte delle autorità, l’istruzione elementare era considerata utile. La relazione è stata fatta per quartieri e, delineata la situazione di ciascuno di essi, è intervenuta Emanuela Calderoni che, da una ricerca svolta anni fa dagli studenti dell’ITIS, ha spiegato l’etimologia dei cognomi, ma soprattutto dei soprannomi, che distinguevano i vari rami familiari in base a particolari caratteristiche fisiche, al mestiere o alla provenienza. Alle notizie storiche e alle curiosità ha fatto seguito l’aperitivo offerto da Europarty.
Il secondo incontro è stato organizzato in fondo al Giardino di Palazzo Arese Borromeo ed ha avuto come centro di interesse
il cosiddetto Tempietto del Fauno, cosiddetto per la presenza al suo interno della statua del dio Pan, che però un tempo si
trovava tra gli alberi della parte tenuta a bosco, appunto nell’ultimo tratto del giardino. Infatti in tutti gli inventari
la piccola costruzione circolare è chiamata casino in fondo al giardino. Qui, avendo sotto gli occhi gli affreschi restaurati,
ma comunque in parte difficilmente leggibili, Corrado Mauri, facendo riferimento ai cicli astrologici nella Storia dell’Arte,
ha interpretato le immagini sia dei catini con i mesi e lo zodiaco sia quelle della cupola che, secondo i suoi studi, si
riferiscono alle quattro stagioni e non ad un ciclo magico (come suggerito da A. Spiriti) nonché proponendo come soggetti le
Moire (Parche) per tre figure alle pareti, mentre, agli elementi primari che compongono l’universo secondo la cultura seicentesca,
ovvero aria, acqua, terra, fuoco, ha attribuito i peducci della volta. Emanuela Calderoni ha letto poesie in lingua lombarda,
intervallando le spiegazioni di Mauri, tra cui una del Maggi sul vivere in Villa, un’altra sul trascorrere del tempo.
Significative anche le massime latine parzialmente decifrabili, ma sufficienti ad intendere come per il padrone di casa,
Bartolomeo III Arese, fosse fondamentale il tema della moderazione e la riflessione sulla vita e sulla morte. Per ultimo è
intervenuto Daniele Santambrogio, raccontando le leggende di cui era fatto oggetto il Tempietto, come ad esempio la storia
di un Barbarossa violentatore ed assassino di donne, che avrebbe poi gettato in un pozzo munito di lame, sotto il pavimento
della cantinetta, per farne sparire i cadaveri. Leggenda che ha terrorizzato i bambini di generazioni e generazioni, ma senza
fondamento storico. L’aperitivo, questa volta è stato offerto dal Ristorante Il Fauno, collocato in una parte di quelle che
erano un tempo le pertinenze di Palazzo. È stata la prima volta che un evento culturale e conviviale è stato realizzato in
questa parte del Giardino, riproponendo quello che accadeva nel seicento con merende durante le passeggiate nel Giardino. Marina Napoletano
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