Vivere il Palazzo e il Giardino Arese Borromeo

IL GLORIOSO PASSATO REMOTO DI MILANO NELLA MOSTRA “DAI VISCONTI AGLI SFORZA”

La stagione degli “Incontri con l’Arte”, promossa dall’Associazione “Vivere il Palazzo e il Giardino Arese Borromeo” e curata dal professor Corrado Mauri, si è conclusa Domenica 14 giugno, con la visita alla mostra “Dai Visconti agli Sforza. Milano al centro dell’Europa”, tenutasi a Milano presso il Palazzo Reale.

Certamente con tale titolo, nell’anno dell’Expo, si è voluta ribadire l’importanza di una metropoli come Milano non solo a livello economico e finanziario, ma anche a livello culturale ed artistico già nel tardo Medioevo e nel Rinascimento, cioè sotto i Visconti e gli Sforza, quando le principali maestranze d’Italia e d’Europa vi vissero e lavorarono, arricchendola di capolavori di inestimabile valore che poi andarono dispersi in tutto il mondo, proprietà di musei e privati.

Già in gran parte furono riportati in città in una mostra allestita nelle stesse sale nel 1958: “Arte lombarda dai Visconti agli Sforza” voluta da Gian Alberto Dell’Acqua e Roberto Longhi.

Quest’anno, grazie ai curatori Mauro Natale e Serena Romano, che almeno in parte quella mostra hanno preso come punto di riferimento, sono tornati numerosi, ben duecentocinquanta opere, divise in cinque sezioni in ordine cronologico:
- i decenni centrali del Trecento, in cui il linguaggio locale viene influenzato dagli artisti toscani;
- gli anni attorno al Quattrocento, quando domina Gian Galeazzo Visconti e fervono i lavori al cantiere del Duomo (la fabbrica del Duomo ha accettato di esporre alcune statue ed alcune vetrate altrimenti difficilmente visibili);
- il periodo di Filippo Maria Visconti, che mostra opere essenzialmente tardo-gotiche;
- la presa del potere di Francesco Sforza, attorno agli anni Cinquanta del Quattrocento, dove brillano Foppa, Bembo e Bergognone;
- gli anni di Ludovico il Moro e dell’arrivo dei Francesi, quando la produzione artistica subisce cambiamenti radicali grazie all’influenza di artisti quali Leonardo, Bramante e Bramantino.

È difficile, dato il numero degli artisti, la varietà delle tecniche, la relativa lunghezza del periodo proposto e la qualità elevata di moltissimi pezzi, dare un’idea precisa di ciascuna sezione. Basti pensare che vi sono esposti dipinti su tavola, affreschi, vetrate, sculture in marmo, legno, pietra, oreficerie, miniature, bronzi, ricami, arazzi, manoscritti (tra cui il “Libro d’ore Bodmer della Morgan Library, prestito eccezionale che non fu accordato nel 1958).
È un mondo di preziose ricchezze che si rivela agli occhi del visitatore, ricordandogli la grandezza della nostra cultura, spesso trascurata e poco valorizzata, pur essendo un patrimonio inestimabile che potrebbe arricchire tutti noi non solo mentalmente, ma anche economicamente, se solo sapessimo preservarlo e dargli il giusto pregio.