Vivere il Palazzo e il Giardino Arese BorromeoAssociazione di volontariato culturale CESANO MADERNO
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Attività: Conferenza Monferrini
Generosità e Ingegno: Prime considerazioni sui rapporti fra Bartolomeo Arese e Vitaliano Borromeo
Nel pomeriggio di sabato 18 giugno nella cornice di Sala Aurora a Palazzo Arese Borromeo, lo storico Sergio Monferrini ha tenuto una conferenza dal titolo “Generosità e Ingegno: prime considerazioni sui rapporti fra Bartolomeo Arese e Vitaliano Borromeo”. L’argomento, prettamente storico, è scaturito in parte dallo studio e analisi di alcune lettere d’archivio inedite finalizzati alla realizzazione della mostra inaugurata nel 2020 all’Isola Bella sul Lago Maggiore dedicata al suo fondatore, il conte Vitaliano VI Borromeo (1620-1690).
Monferrini ha illustrato dunque il contenuto di alcune missive tra il conte Bartolomeo III Arese (1610-1674) e il conte Vitaliano VI Borromeo, fratello minore di suo genero Renato II Borromeo, oltre menzionare altre lettere scritte tra altri congiunti di Casa Borromeo, come il cardinale Giberto III e la figlia dell’Arese, la contessa Giulia, sposa dal 1652 di Renato II. Al di là dei rapporti familiari e gli accordi matrimoniali tra Renato e Giulia, nonché del loro erede Carlo IV con Giovanna Odescalchi, nipote di Papa Innocenzo XI, oggetto della conferenza è stato il rapporto di profonda stima e amicizia tra i due nobili milanesi, che si instaurò a partire dai primi anni 50 del Seicento fino alla morte dell’Arese avvenuta nel settembre del 1674. Il conte Vitaliano VI, uomo di grandi capacità intraprese la carriera militare e diplomatica con l’aiuto fondamentale del conte Bartolomeo III, divenuto Presidente del Senato e personaggio influente alla corte di Spagna, il quale aveva colto le potenzialità del Borromeo, definito “un soggettone di gran vaglia” e le aveva valorizzate, tant’è che questi a Milano era indicato come “una creatura dell’Arese”, ovvero un aristocratico sotto la sua protezione e al suo servizio nella gestione politico-militare della Milano spagnola di pieno Seicento. Oltre agli affari politici e militari, importante fu la vicinanza culturale tra i due: entrambi impegnati nella costruzione delle loro relative grandi dimore di villeggiatura fuori città, ovvero il nostro palazzo di Cesano e quello dell’Isola Bella, ideate allo scopo di rappresentare il loro pensiero e stupire gli ospiti illustri, anche per trarne vantaggio e prestigio familiare. Monferrini ha descritto alcuni momenti di festeggiamenti, tipicamente barocchi, organizzati con il prezioso contributo di Vitaliano VI, grande appassionato ed esperto di musica e teatro, come ad esempio il sontuoso ricevimento nel palazzo di città dell’Arese (ora Palazzo Litta in corso Magenta) in occasione del passaggio a Milano nel 1666 dell’infanta Margherita Teresa che da Madrid si stava recando a Vienna per sposare l’imperatore Leopoldo I. Il legame culturale fra i due nobili era suggellato dalla comune passione per la filosofia platonica, nata nell’ambiente gesuitico milanese: importante l’amicizia con il poeta e latinista Carlo Maria Maggi e la l’Accademia dei Faticosi fondata da Vitaliano VI, dove gli argomenti di discussione erano la filosofia, la politica, l’etica e la morale, temi che si trovano presenti nella loro committenza artistica a Cesano e all’Isola Bella.
L’argomento affrontato è molto ampio e il relatore ha promesso di stenderne un riassunto che si spera potrà confluire in un futuro articolo dei “Quaderni di Palazzo Arese Borromeo”.
Daniele Santambrogio
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QUADERNI DI PALAZZO ARESE BORROMEO
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