Vivere il Palazzo e il Giardino Arese BorromeoAssociazione di volontariato culturale CESANO MADERNO
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Importante:
Modalità di accesso al palazzo, costo biglietti e tariffe per affitto sale secondo il regolamento vigente del Comune
di Cesano Maderno.
Informazioni qui |
Attività: Una sera nel Seicento
Una sera nel Seicento a Cesano Maderno: un successo di ottocento presenze
Serata di festa e di rievocazione storica, quella di giovedì 25 settembre a Palazzo Arese Borromeo di Cesano
Maderno. L’Associazione “Vivere il Palazzo e il Giardino Arese Borromeo” da due anni cura, nei mesi di giugno,
luglio e settembre le visite guidate in notturna. Visto il livello qualitativo ed il successo di queste
iniziative, il Sindaco Paolo Vaghi ha proposto al professor Corrado Mauri, presidente dell’Associazione e
dell’Agenzia per il Turismo e la Cultura, di preparare, in occasione della festa di Cesano, una serata di
ambientazione seicentesca. Così si è organizzato, insieme ai volontari dell’Agenzia, un evento volto non
esclusivamente alla conoscenza approfondita della dimora, ma piuttosto a ricreare l’atmosfera che doveva
viversi in quei tempi e a far rivivere, cercando di interpretarne anche il carattere e la personalità, i
personaggi che nel palazzo abitarono. Si sono così materializzati Bartolomeo III Arese e la sua consorte
Lucrezia Omodei, i loro figli Giulia e Giulio, il cardinale Luigi Alessandro Omodei, il pittore Giovanni
Ghisolfi e vari amici e collaboratori dell’illustre gentiluomo.
Partiti già prima delle ore 21,00, ora fissata per l’inizio della festa, a causa della massiccia affluenza di
pubblico, i visitatori, riuniti in gruppo e scortati da due guide, hanno prima di tutto incontrato il padrone
di casa, che ha illustrato le motivazioni che lo spinsero a costruire il palazzo, ma anche cercato di
trasmettere le sue idee su quelli che furono i pensieri cardine della sua vita, come l’amore per la cultura,
per la moderazione, per la pace, la necessità di un buon governo temporale e l’importanza di valori religiosi
e morali alla base della vita privata e collettiva. Silenziosa ma partecipe donna Lucrezia sorrideva e annuiva.
Quindi si accedeva allo Scalone degli Stemmi ove si materializzava, salutando, il fattore. Nelle tre sale
affrescate dal Ghisolfi il pittore illustrava l’opera sua rendendo omaggio anche ad un suo illustre maestro,
Salvator Rosa. Seguiva un intrattenimento musicale del gruppo “Concento de’ Pifari”, diretto da Lucio Paolo
Testi. Nella galleria delle Arti Liberali, vestito all’ultima moda e baldanzoso compariva Giulio II, giovane
diciottenne che mostrava con orgoglio il suo appartamento fatto affrescare ad “usum Delphini” da suo padre e
poi introduceva lo zio materno Luigi Alessandro, reduce da un recente viaggio a Roma. Sulla loggia una dama in
rosso leggeva un gustoso soliloquio tratto da una commedia di Carlo Maria Maggi, amico di famiglia, e
concernente il trucco delle dame nel Seicento. Seguiva quindi l’incontro con Giulia nella sala Aurora,
dove la clavicembalista Maria Grazia Triggiani eseguiva un brano d’epoca. Ultimo locale da vedere era il
Ninfeo. Qui un letterato con linguaggio forbito mostrava la prima sala. Dopo di che si accedeva al buffet
dove si potevano gustare dolci e bevande ed in contemporanea seguire i canti del Coro dell’Università degli
Studi di Milano, diretta dal maestro Renzo Galimberti, e le danze de “I moti erranti”. Alla fine, dalla loggia,
il saluto del Conte e dell’Assessore alla Cultura Luciano Guazzarini e gli attesi fuochi mentre il tempo,
complice fino a quel momento, cominciava a guastarsi.
La serata non prevedeva prenotazione e perciò gli organizzatori non erano preparati all’afflusso di ben
ottocento persone, cosa che ha creato qualche disagio all’ingresso e al buffet, ricompensato però dall’elevata
qualità dell’intrattenimento. Abili e preparati i musicisti e i ballerini, convincenti e calati nella parte
coloro che, pur da dilettanti, rievocavano i personaggi d’epoca, ma anche i capaci ed efficienti inservienti
di Palazzo. Il pubblico infatti ascoltava con attenzione e partecipazione, condividendo le sollecitazioni di
Bartolomeo alla lealtà e alla fedeltà ai principi morali, sorrideva alla sofferta stanchezza del cardinale,
si divertiva alla verve della dama in rosso. Anche i dolci sono stati apprezzati perchè ben caratterizzati
nel gusto, ma anche perchè gentilmente serviti in porzioni già pronte che sveltiscono il servizio.
Molto ammirati, soprattutto dalle signore, i costumi d’epoca, sfarzosamente barocchi per i morbidi velluti,
i ricchi broccati, le perle e le pietre preziose d’ornamento. Il tutto reso più suggestivo dal buio della
sera rotto, in cortile, solo dalle luci vibranti delle candele. Marina Napoletano
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QUADERNI DI PALAZZO ARESE BORROMEO
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