Vivere il Palazzo e il Giardino Arese Borromeo

CONFERENZA SUL PAVIMENTO DEL DUOMO DI SIENA A PALAZZO ARESE BORROMEO

Ogni anno, durante il periodo natalizio, il professor Corrado Mauri, di “Vivere il Palazzo e il Giardino Arese Borromeo” prepara una conferenza su un tema, di solito attinente all’ambito religioso, in sintonia con il clima natalizio. Quest’anno l’argomento trattato era correlato con un evento eccezionale che si verifica raramente, circa ogni decennio: lo scoprimento del pavimento del Duomo di Siena, tempio dedicato all’Assunzione di Maria Vergine.

Così mercoledì 19 dicembre, nella Sala Aurora di Palazzo Arese Borromeo, alle ore 21,00, con una serie di fotografie scattate in loco dallo stesso relatore, sono sfilate, sotto gli occhi di un pubblico interessato e partecipe, le immagini degli intarsi marmorei rinascimentali ormai, dal 25 ottobre, nuovamente ricoperte da lastre di faesite per proteggerle dall’usura provocata da più di un milione di visitatori all’anno.
Il ciclo, non unico in Italia, perché di pavimenti di grande pregio artistico che raccontano storie sacre e non ce ne sono numerosi nel nostro paese(basti ricordare quello della Cattedrale di Otranto, della Basilica di Aquileia, della Villa del Casale di Piazza Armerina),propongono al fedele un itinerario per giungere per gradi alla salvezza. Accanto alle storie bibliche, come quelle di Elia ed Acab, di Mosè che fa scaturire l’acqua dalla roccia, del sacrificio di Isacco, ci sono figure e personaggi mutuati dalla tradizione classica, sia perché la cultura classica viene ripresa come punto di riferimento dal Rinascimento, sia perché, secondo la tradizione, alcuni personaggi della classicità avrebbero preannunciato la nascita di Cristo, come ad esempio Ermete Trismegisto e le Sibille, profetesse pagane capaci di mettersi in contatto con il mistero, il trascendente, il divino.

Le immagini delle tarsie, cinquantasei, i cui cartoni preparatori vennero realizzati da artisti importanti, quali Domenico Beccafumi, Domenico di Bartolo, il Sassetta, Matteo di Giovanni, il Pinturicchio, vennero riprodotte sul pavimento mediante il graffito e il commesso marmoreo. Infatti le prime vennero realizzate su lastre di marmo bianco con solchi scavati con scalpelli e trapani e poi riempiti di stucco nero, per le altre i marmi colorati vennero ritagliati ed accostati come si fa per gli intarsi lignei.
La bellezza e la preziosità di questo capolavoro di incommensurabile valore artistico e culturale sono state sottolineate dalla descrizione chiara e precisa del relatore che ha anche raccontato le storie rappresentate e il valore simbolico di cui sono portatrici. Per chi non avesse potuto recarsi a Siena per l’avvenimento, è stata un’occasione, anche se meno emozionante del contatto diretto con l’opera, per ammirare un capolavoro, sperando un giorno di poterlo vedere direttamente.