Vivere il Palazzo e il Giardino Arese Borromeo

INCONTRO CON L’ARTE DI BRAMANTINO A MILANO

Domenica 16 settembre sono ripresi gli Incontri con l’Arte, a cura dell’Associazione Vivere il Palazzo e il Giardino Arese Borromeo. Il professor Corrado Mauri, curatore del settore, ha scelto come prima tappa una mostra allestita al castello sforzesco di Milano ed intitolata “Bramantino a Milano”, in quanto, pur essendoci opere dell’Artista in altre città europee e non, la maggior parte dei lavori del Bramantino, cioè di Bartolomeo Suardi, si trovano a Milano. Inoltre gli organizzatori, pur sapendo che sarebbe stato di enorme interesse una rassegna più completa comprendente anche le opere all’estero, hanno dovuto fare i conti con la crisi economica che certo non risparmia la cultura, concentrandosi così su quanto era a portata di mano. La scelta della collocazione è inevitabilmente caduta sulla Sala del Tesoro, nel cortile della Rocchetta, perché in essa è affrescato, sempre dallo stesso autore, Argo dai cento occhi, personaggio mitologico preposto alla difesa del tesoro sforzesco nella sala attigua. A quest’opera sono state accostate quelle dei Musei di Brera e dell’Ambrosiana e di alcune raccolte civiche.

È stato così possibile offrire gratuitamente ad un pubblico vasto un’idea sufficientemente completa dell’Artista lombardo che forse non tutti conoscono ed apprezzano, avendo lavorato a Milano contemporaneamente a geni di immensa fama come Leonardo e Bramante. Di essi Bramantino studiò la lezione, non però imitandoli pedissequamente, come avverrà a molti emuli leonardeschi, ma rielaborando le nuove idee e proposte per dare vita ad uno stile personale che del Bramante ha la monumentalità e di Leonardo la morbidezza di alcune raffigurazioni, soprattutto nelle opere della maturità.
La mostra comprendeva, nella Sala della Balla il ciclo completo degli arazzi Trivulzio, raffiguranti i dodici mesi dell’anno ed eseguiti, su cartoni del Suardi, da Benedetto da Milano e bottega, opera preziosissima non solo per la comprensione dell’Autore, ma anche in quanto si tratta di uno dei primi esempi di arazzeria pervenutici, per giunta completo.