Vivere il Palazzo e il Giardino Arese BorromeoAssociazione di volontariato culturale CESANO MADERNO
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di Cesano Maderno.
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Attività: Firenze 2014
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PONTORMO e ROSSO FIORENTINO a Firenze
La visita alla mostra fiorentina PONTORMO e ROSSO FIORENTINO, nella giornata di domenica 15 giugno, ha suscitato notevole
entusiasmo e soddisfazione nei partecipanti nel riscontrare lo straordinario fascino delle opere di questi due fondamentali
artisti del primo cinquecento. Il prof. Corrado Mauri era sicuro di questo risultato sin dalla sua programmazione per gli
Incontri con l’Arte, iniziativa di Vivere il Palazzo e il Giardino Arese Borromeo, in quanto con questi due artisti, a cui
vanno aggiunti il Parmigianino e Domenico Beccafumi, si riscontrano delle modalità espressive uniche e precipue per la loro
autonoma personalità. Nelle loro opere si percepisce, con indubbia forza, una visione e un modo di guardare la realtà
influenzate dallo stesso carattere del pittore senza alcuna mediazione.
La “maniera moderna” è la denominazione che Giorgio Vasari usa nelle edizioni delle Vite de più eccellenti pittori,
scultori et architetti italiani in riferimento a questi artisti che hanno un elemento in comune che costituisce il punto
di partenza del loro stile particolare. Questo è il rifarsi allo stile dei grandi Maestri: Michelangelo, Leonardo e Raffaello
che, per la forza e potenza delle loro opere, diventavano sicuro insegnamento e la loro maniera-stile veniva imitata e
riprodotta. Ma la capacità di lettura di questi giovani era tale che non producevano delle copie, ma erano in grado di
rielaborare con intelligenza i dati e le modalità stilistiche dei Maestri, creando delle opere del tutto autonome.
Pontormo e Rosso nascono, guarda caso, entrambi nel 1494 ed entrambi concludono la loro formazione nella bottega di
Andrea Del Sarto con il quale, sempre insieme, compiono un viaggio a Roma alla conoscenza della classicità e dell’opera
dei grandi Maestri, appunto.
Il grande merito della mostra di Palazzo Strozzi (senza dubbio tra le più belle degli ultimi anni) è quella di mostrare
con puntuale lucidità e con una scelta oculata delle opere esposte come, man mano, il percorso dei due pittori si va
divaricando con stili diversi e strettamente dipendenti dal loro carattere. La stilizzazione delle figure, la rielaborazione
individuale delle iconografie ed in specie l’uso del colore si fanno strettamente individuali, accentuandosi sempre più ed
assumendo caratteristiche che rimarranno del tutto autonome. La loro intellettualità e la loro poetica si rispecchiano
anche in committenze ben diverse, ambito mediceo per il Pontormo, loro oppositori per il Rosso, dimostrando come già nel
Rinascimento era espresso quello che noi oggi intendiamo per artista: uomo che esprime in libertà ed autonomia il proprio
personale pensiero ed il proprio modo di interpretare la realtà.
Non a caso Mauri, in mattinata, ha voluto visitare la Sacrestia Nuova di S. Lorenzo con le Tombe di Giuliano e Lorenzo de
Medici di Michelangelo, uno dei fulcri rinascimentali ed inevitabile punto di riferimento della “maniera moderna”, da
cui non potevano prescindere soprattutto i giovani artisti. Due opere, se proprio dobbiamo scegliere per esemplificare
il discorso, sono straordinariamente affascinanti e coinvolgenti: di Pontormo la Visitazione, con questo abbraccio sia
fisico sia negli sguardi tra la Vergine ed Elisabetta, che si duplicano nelle due altre figure femminili, quali puntuali
gemelle, che poste invece frontalmente ci osservano direttamente, coinvolgendoci. Il tutto inserito in una strada con case
semplici e modeste, ma con l’uso di un colore che, intriso di luce, si uniforma in tonalità pastello e fredde, mai viste prima
e ispirati ai cangianti michelangioleschi della volta della Sistina, uno strepitoso surrealismo ante litteram. Del Rosso una
altrettanto superba Pietà, proveniente dal Louvre, anch’essa con colori acidi ma di un timbro fantastico, che nelle due
figure laterali, un S. Giovanni accovacciato di schiena e una Maddalena in ginocchio, reciprocamente respingono ed attraggono
l’osservatore. Le loro acconciature sono poi un capolavoro nel capolavoro. Di fronte a ciò non si può fare altro che prendere
atto che ciò che noi oggi riteniamo moderno e d’avanguardia era già splendidamente risolto cinquecento anni fa ed in modo
perfettamente comprensibile.
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