Vivere il Palazzo e il Giardino Arese BorromeoAssociazione di volontariato culturale CESANO MADERNO
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Importante:
Modalità di accesso al palazzo, costo biglietti e tariffe per affitto sale secondo il regolamento vigente del Comune
di Cesano Maderno.
Informazioni qui |
Attività: Berlino 2014
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“VIVERE” A BERLINO TRA PASSATO E PRESENTE
Il viaggio annuale dell’associazione Vivere il Palazzo e il Giardino Arese Borromeo ha avuto come meta Berlino,
capitale della Germania, a lungo rimasta divisa tra Repubblica Democratica Tedesca, sotto l’influenza dell’Unione Sovietica
e Repubblica Federale Tedesca, rientrante nell’area di influenza del blocco occidentale. Questa sua particolare situazione
storica ha lasciato tracce indelebili nella fisionomia della città che reca tracce del passato settecentesco nei palazzi
tipici del periodo prussiano, intervallate da costruzioni risalenti al XX secolo, edificate a partire dalla fine della
seconda guerra mondiale, quando si cominciò a ricostruire quanto i bombardamenti alleati avevano raso al suolo.
Tali accostamenti, però, non intaccano la bellezza della città che presenta grandi viali, ampi parchi, polmone verde
soprattutto della ex Berlino ovest che, chiusa nel muro costruito dalla Germania dell’est per impedire le fughe dei suoi
cittadini verso l’ovest, aveva bisogno di creare luoghi di aggregazione e oasi di libertà. Nella Berlino est, invece,
sono ancora visibili gli enormi e tristi casermoni innalzati dal regime comunista.
Dopo un primo giro turistico riassuntivo in pullman, che ha permesso di individuare i luoghi più caratteristici, come
la Alexanderplatz, la Fernsehturm ( torre della televisione),che si eleva per 325 metri, la Potsdamer Platz, cuore
della moderna architettura berlinese, realizzate sotto la supervisione di Renzo Piano, che ha saputo dare unitarietà
agli interventi di altri architetti, nei quali prvalgono il vetro e l’acciaio, quali Arata Isozaki (Sony Center) ed
Helmut Janh, Rogers e Moneo. Del più lontano passato sono stati visitati l’antico quartiere Nikolaviertev che deve
il suo nome alla Nikolaimkirche, il più antico edificio sacro della città risalente, almeno nella base, al XIII secolo,
il quartiere ebraico, dagli stretti e caratteristici cortili, il duomo di Berlino, ricostruito più volte dal secolo XVIII
al XX, la Porta di Brandeburgo, struttura neoclassica emblema della città ed ispirata all’ingresso dell’acropoli di Atene.
Essa, fino al 1989, anno della caduta del muro, segnò il confine tra le due Berlino. Ai margini del centro della città si
è invece potuta ammirare Charlottenburg, residenza estiva voluta dall’elettore Federico III per l’amata consorte
Sophie Charlotte.
Per quanto riguarda i musei, indimenticabile il Pergamonmuseum, famoso in tutto il mondo per la ricostruzione con pezzi
originali della porta di Babilonia e dell’altare di Pergamo, frutto degli scavi di archeologi tedeschi i quali, come
era d’uso un tempo, trasferirono i reperti nella loro patria. Altrettanto preziosa la collezione dei dipinti della
Gemaldegalerie che raccoglie opere delle più importanti scuole europee del Medioevo e Rinascimento. Fra gli Italiani
figurano Giotto, Piero della Francesca, Beato Angelico, Masaccio, Verrocchio, Botticelli, Pollaiolo, Raffaello, Tiziano,
Tintoretto, Caravaggio, con il “Cupido vittorioso”.
A ricordare la storia del Novecento, invece, il Reichstag, ovvero il Parlamento tedesco, tutti i luoghi, o quanto ne è
rimasto, che videro l’ascesa e la parabola discendente del nazionalsocialismo, il Muro di Berlino con i dipinti che lo
ricoprono, il Check Point Charlie, dove stazionavano gli Americani a guardia della porzione di città a loro affidata,
infine tutti i monumenti che ricordano l’Olocausto: uno vicino al cimitero ebraico, il Museo Ebraico con la significativa
ed emotiva Architettura di Libeskind, uno altrettanto suggestivo, formato da 2711 blocchi di cemento scuro di diversa
altezza e inclinazione, poste a formare un labirinto che toglie il respiro e la speranza e ciò che rimane della sede della
Gestapo, rasa al suolo durante la seconda guerra mondiale, ma di cui si stanno riportando alla luce le fondamenta, dove
erano le cantine in cui venivano torturati i prigionieri. Giustamente questo luogo è stato chiamato
“La topografia del terrore” e presenta immagini a volte di grande crudezza, a monito, forse vano, per le future
generazioni.
La guida, Paola Dessi, che ci ha accompagnato, è un’italiana che vive da trent’anni a Berlino e che quindi ha vissuto
tutte le fasi della storia più recente della città, da quando il muro era ancora in piedi ed era difficile far visita
ai parenti e amici che abitavano oltre, alla sua caduta, alla riunificazione. Ha potuto così testimoniarci con ricordi
personali e significativi l’atmosfera che si viveva nei vari periodi, come solo un testimone oculare può fare.
Non sono mancati i momenti di relax, soprattutto a pranzo e cena, gustando piatti tipici della cucina tedesca,
così diversa nei gusti e negli ingredienti dalla nostra mediterranea.
Marina Napoletano
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